La contrapposizione tra ombra e luce ha sempre rappresentato per l’uomo molteplici significati allegorici, simbolici, psicologici, religiosi.
La luce, sorgente, principio dell’essere, comprende tutte le cose, è forma perfetta, bellezza suprema, metafora dello spirito, identificazione con Dio, armonia assoluta;
l’alternanza con il buio esprime l’ambivalenza dell’animo umano e della sua realtà o è anche metafora perfetta del male e del bene.
La notte racchiude in sè creature sconosciute e minacciose, incubi e paure inconfessabili, ma anche l’ottenebramento della mente e della ragione
che genera spinte irrazionali senza senso: il buio chiude gli occhi, la luce li illumina.
È così che la luce è divenuta rappresentazione di una presenza divina, allegoria di vita, o altre volte simbolo del mondo magico ed esoterico,
mentre alle tenebre sono sempre stati associati significati negativi come emblema del male, della tristezza e delle miserie umane.
Se non ci fossero le tenebre con la loro oscurità, non potrebbero esserci i raggi del sole.
Le une sono necessarie agli altri per esistere e viceversa. Un’antitesi che fa parte del fluire stesso dell’esistenza, sospesa tra un alba e un tramonto.
Attraverso un viaggio musicale si è voluto indagare come si sia evoluto questo rapporto tra luce e tenebre evidenziando in particolare il ruolo
che la luce assume nelle opere dell’artista contemporaneo. Un viaggio non soltanto artistico ma anche spirituale perché di tutti gli affetti non
rimane altro che l’amore, di tutte le forme non altro che la luce.
I Brani
U. Sisask, O Sanctissima
U. Sisask, Ave Regina coelorum
U. Sisask, Oremus
E. Gylkinson, Requiem
E. Esenvalds, Stars
M. Lauridsen, Sure on this shining Night