Concerto polifonico
09 giugno 2019 – ore 21.00
Antica Pieve S. Michele Arcangelo – Pozzoveggiani (PD)
La contrapposizione tra ombra e luce ha sempre rappresentato per l’uomo molteplici significati allegorici, simbolici, psicologici, religiosi.
La luce, sorgente, principio dell’essere, comprende tutte le cose, è forma perfetta, bellezza suprema, metafora dello spirito, identificazione con Dio, armonia assoluta; l’alternanza con il buio esprime l’ambivalenza dell’animo umano e della sua realtà o è anche metafora perfetta del male e del bene.
La notte racchiude in sé creature sconosciute e minacciose, incubi e paure inconfessabili, ma anche l’ottenebramento della mente e della ragione che genera spinte irrazionali senza senso: il buio chiude gli occhi, la luce li illumina.
E’ così che la luce è divenuta rappresentazione di una presenza divina, allegoria di vita, o altre volte simbolo del mondo magico ed esoterico, mentre alle tenebre sono sempre stati associati significati negativi come emblema del male, della tristezza e delle miserie umane. Se non ci fossero le tenebre con la loro oscurità, non potrebbero esserci i raggi del sole. Le une sono necessarie agi altri per esistere e viceversa. Un’antitesi che fa parte del fluire stesso dell’esistenza, sospesa tra un’alba e un tramonto.
Attraverso un viaggio musicale si è voluto indagare come si sia evoluto questo rapporto tra luce e tenebre evudenziando in particolare il ruolo che la luce assume nelle opere dell’artista contemporaneo. Un viaggio non soltanto artistico ma anche spirituale perchè di tutti gli affetti non rimane altro che l’amore, di tutte le forme non altro che la luce.
J. Rheinberger, Abendlied
E. Whitacre, Lux Aurumque
O. Gjeilo, Northern Lights (Pulcra es)
U Sisask, Ave Regina Coelorum
L. Jansson/arr. G. Eriksson, To the Mothers in Brazil (Salve Regina)
B. Britten, A Hymn to the Virgin
U Sisask, Oremus
E. Gylkinson, Requiem
E. Esenvalds, Stars
M. Lauridsen, Sure on this shining Night
Z. Randall Stroope, We beheld once again to the Stars